Enzo Salandin

Paintings | Dipinti

Enzo Salandin ha più di quarant’anni di dipinti alle sue spalle. Ogni decennio della sua produzione è segnato da uno stile un po’ diverso, ma sempre gradualmente tendente all’astrattismo e all’essenziale.

In gioventù si muove spesso per l’Italia e, quando può, anche all’estero dove ha la possibilità di confrontarsi con culture e gruppi di artisti diversi, fonte di ispirazione per i suoi lavori. Nel 1976 è a Parigi dove frequenta la facoltà di ‘Art Plastiques’ dell’Università di Vincennes che gli permette di entrare in contatto diretto con il mondo dell’arte.

Ma per la sua prima mostra – nel 1978 – sceglie Londra, dove espone la sua produzione di acquerelli.

Nei primi anni 80, grazie all’influenza espressionista degli artisti tedeschi, inizia a usare la tecnica a olio che non abbandonerà mai, fino ai suoi dipinti più recenti. Ma soprattutto è affascinato da questo tipo di pittura che esaspera i colori accesi e sanguigni tanto da portarlo, cinque anni dopo in India – paese dei colori –  dove studia ed esercita l’uso dei pigmenti.

Diverse sono le culture che influiscono nel cambiamento dello stile pittorico di Enzo. 

Sotto l’influenza di civiltà extraeuropee – in particolare del continente africano -, e dei movimenti artistici americani, come l’espressionismo astratto, il suo percorso artistico subisce un importante cambiamento per quanto riguarda la forma.

I dipinti non sono più figurativi: cerca di sintetizzare la forma concentrandosi sulla loro composizione e sul loro equilibrio. 

Se nei primi dipinti astratti la geometria lascia spazio anche a forme più casuali e morbide, successivamente questa si impossessa completamente di tutta la superficie del quadro lasciandoci godere l’ordine e l’equilibrio di un percorso artistico incominciato parecchi anni prima. Quella di Enzo è una semplificazione, la ricerca del minimo comune denominatore delle forme o, come dice lui, una ricerca della semplicità.

La sua passione per l’architettura lo porta a strutturare il quadro con un rigore tale che alcuni suoi dipinti potrebbero essere quasi degli studi architettonici. L’equilibrio tra le forme e i colori è l’aspetto principale nei suoi dipinti. 

Nel 2005 sostituisce la spatola e il rullo al pennello, realizzando così una serie di lavori che giocano sulla trasparenza dei colori in contrapposizione con forme ben delineate date dall’utilizzo della spatola.

Sempre in questo periodo viene ‘colpito’ da una mostra sull’arte aborigena, ed è così che un altro continente si fa spazio nei suoi quadri. 

A partire dal 2015  tende a dipingere per sottrazione. Il suo metodo di composizione del quadro consiste nel togliere il superfluo eliminando il dipinto sottostante tramite materiche spatolate di bianco, lasciando fuori solo delle forme che diventano le protagoniste del quadro. 

Enzo non si definisce ‘un intellettuale della pittura’, ma al contrario un artigiano di essa. Quella dell’artista è una ricerca come dice lui ‘emozionale’, un piacere visivo. La geometria dei suoi dipinti dipende essenzialmente dal suo carattere, non c’è nessuna regola al momento della creazione ma soltanto un bagaglio di conoscenze e di esperienza accumulata negli anni. L’imprevisto è sempre fonte positiva di una nuova ricerca e sperimentazione. 

Alla domanda: non ti viene mai voglia di stravolgere il tuo lavoro e creare qualcosa di completamente nuovo? Enzo risponde: ‘Si certo, e lo faccio spesso però se il dipinto rimane nelle mie mani dopo poco ritorno con le mie ossessioni e il quadro si ritrasforma in qualcosa che è più simile a me’. Infatti le forme morbide rientrano poi sempre nei contenitori di forma geometrica. 

Enzo è inoltre un attento fotografo. Le fotografie richiamano forme dei dipinti così come i dipinti sono ispirati dalle inquadrature fotografiche.
Nei lavori del 2018 e ’19, l’eleganza e il contrasto sono i padroni delle tele.

Da un’intervista con mio padre

Veronika Salandin